Venerdì 1 settembre – ore 18.30

Teatro Flamingo | Capoliveri

Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa - Piazzolla, Albéniz, De Falla, Granados

Acquista Biglietti

Informazioni

Erica Piccotti violoncello | Gian Marco Ciampa chitarra
A. Piazzolla Adios Nonino, Inverno Porteño
I. Albéniz Mallorca op. 202
M. De Falla Asturiana, El Paño Moruno, Nana, Jota dalle Siete canciones populares españolas
E. Granados Danza española op. 37, n. 5 Andaluza
A. Piazzolla Bordel 1900, Nightclub 1960, Oblivion, Escualo

Ho conosciuto questo giovane, simpatico, fresco ed affascinante Duo di violoncello e chitarra non al concerto alla Filarmonica, bensì ascoltando Radio3 il 22 febbraio di quest’anno, nella trasmissione La Stanza della Musica condotta dal bravissimo Andrea Penna: il violoncello di Erica Piccotti e la chitarra di Gian Marco Ciampa, in diretta dalla Sala M di via Asiago, Roma. I due giovani hanno raccontato la storia, abbastanza recente, della formazione, hanno spiegato le loro intenzioni e poi suonando in diretta: unire i suoni dell’anima sensuale del violoncello (e aggiungo: il suo mezzosoprano) e il timbro inconfondibile e caratteristico della chitarra. Naturalmente da subito il repertorio si è orientato sulla musica spagnola e sudamericana. Tra gli autori scelti i due bravi musicisti, che ascolteremo stasera, hanno scelto quei compositori dell’area latina che uniscono nelle opere il folklore fondamentale e – di nuovo la stessa parola – l’anima spagnola. Il Duo ha subito avuto successo, in aggiunta ai loro singoli successi già ottenuti prima, e si sono esibiti molto in Italia e all’estero. A questo successo contribuisce il carattere stesso delle composizioni, facilmente accessibile al vasto pubblico con le magnifiche melodie (alcune famose!) e il ritmo unico delle danze spagnole. Provando hanno scoperto che il loro ensemble funziona molto bene, i loro due strumenti legano e si completano. Certo, confessano i ragazzi – Erica e Gian Marco – a volte manca il bandoneón! A una domanda molto seria rivolta al Duo da Andrea Penna, se è probabile rovesciare i ruoli, cioè fare “cantare” la chitarra e “accompagnare” il violoncello, i musicisti hanno accennato alla possibilità di trascrivere le Sonate di Boccherini.
Gian Marco Ciampa ed Erica Piccotti esplorano le molteplici sfaccettature del repertorio che nasce dall’unione tra la musica popolare latino-americana e la musica colta europea: un viaggio dal folklore spagnolo al tango popolare sudamericano. Il repertorio per questa formazione è effettivamente un po’ limitato. “Sono poche le musiche originali e per questo motivo dietro alla proposta di ogni programma c’è un grande lavoro di ricerca e successivamente di trascrizione. Alcuni brani, come Mallorca di Albeniz o la Danza andaluza di Granados, sono stati interamente arrangiati da noi, ci piace molto la fase di sperimentazione e ricerca che richiede questo lavoro”.
“Ci sembrava una buona idea cominciare da autori che avessero unito nella loro produzione la raffinatezza della musica “classica” europea e la musica popolare della propria nazione: De Falla, Albeniz, Granados e Piazzolla ci davano questo senso di “vitalità” e abbiamo cominciato con un’opera di trascrizione. A tal proposito dobbiamo ringraziare anche Simone Cardini, giovane ma già affermato compositore, che si è occupato della realizzazione di molte trascrizioni ed elaborazioni proprio per il nostro Duo! Sicuramente la collaborazione con compositori contemporanei è qualcosa che ci interessa moltissimo”.

Passiamo al programma: si inizia con la magnifica trascrizione effettuata da Simone Cardini esplicitamente per il Duo dei due brani più famosi di Astor Piazzolla: Adiós Nonino e Invierno Porteño. Una mia osservazione personale: dopo anni di clamorosa scoperta e di successo planetario dei tango di Piazzolla, dopo Rostropovič, Kremer, Gubajdulina che hanno contribuito alla diffusione, sembra che questo fenomeno si sia un po’ affievolito e invece ecco, nell’interpretazione di questo Duo, la sua musica di nuovo appare coinvolgente, commovente, convincente. Adiós Nonino è una celebre composizione di Astor Piazzolla. Venne composto nel 1959 quando Astor Piazzolla, che era in tournée nel centro America, il 13 ottobre ricevette la notizia della morte improvvisa del padre, don Vicente Piazzolla, familiarmente chiamato Nonino.

Invierno Porteño
Tutti dicono che te ne vai
Se lo fai, sai, mi spezzerai il cuore, sì che lo fai.
Stoltamente, continua a credere
Il sole dipinge motivi rossi sul parco
Ogni giorno dici che mi lascerai
Sai che mi spezzerà il cuore, sì, lo è.
Oh, sai che ti voglio, ho bisogno di te, Ti voglio, Ti voglio bene, oh sì
Ogni giorno che avrai
L’amore è buono

La Mallorca di Isaac Albeniz è una popolare Barcarola scritta in originale per pianoforte ma da tanto tempo viene eseguita con la chitarra nell’ottima versione di Miguel Llobet, che è stato l’unico originale che il Duo ha trovato. Questa opera ritrae un’isola misteriosa e bellissima con un’influenza moresca.

Manuel De Falla – Asturiana, El Paño Moruno, Nana, Jota dalle “Siete canciones populares españolas”.
Le Sette canzoni popolari spagnole, che furono scritte nel 1914 ed eseguite per la prima volta nel febbraio 1915 a Madrid, costituiscono un punto di riferimento importante nella produzione di Falla, in quanto segnano l’utilizzazione da parte dell’artista del folclore musicale della sua terra, secondo un processo di reinvenzione del canto popolare. Le idee personali di Falla in proposito: «La mia modesta opinione è che in una canzone popolare lo spirito è più importante della lettera. Il ritmo, il modo e gli intervalli melodici sono la cosa principale, com’è dimostrato dal popolo con la trasformazione continua della linea melodica. Ma c’è di più: l’accompagnamento ritmico o armonico è importante almeno quanto la canzone stessa, e quindi bisogna ispirarsi in questo direttamente al popolo”. Infatti, nelle Sette canzoni si alternano moduli tematici tipicamente andalusi secondo un criterio di appropriazione dell’anima spagnola in tutta la sua varietà e diversità di situazioni psicologiche. Le Sette canzoni, che hanno sempre suscitato ammirazione per la chiarezza e l’eleganza del disegno armonico e per la morbidezza timbrica della linea vocale, sono dedicate a madame Godebski, la quale insieme al marito ebbe rapporti amichevoli e cordiali con Falla e altri musicisti, tra cui Ravel, il quale a sua volta dedicò la Sonatina a Ida e Cipa Godebski e in seguito la sua suite Ma Mère l’Oye ai loro figli.

Enrique Granados – Danza española n. 5, op. 37, Andaluza (trascrizione del Duo)
Pantaleón Enrique Joaquín Granados Campiña (Lleida, 27 luglio 1867 – La Manica, 24 marzo 1916) è stato un compositore e pianista spagnolo. Le 12 Danze spagnole per pianoforte è uno dei suoi pezzi più famosi. Dedito alla musica impressionista, è comunemente considerato un esponente del nazionalismo musicale e la sua musica è caratterizzata da uno stile unicamente spagnolo. Fu inoltre un bravo pittore sullo stile di Francisco Goya. La sua suite per pianoforte, denominata Goyescas, è poi divenuta un’opera lirica. Successo a New York. Nel 1916 sfortunatamente, il ritardo dovuto all’accettazione dell’invito gli impedì di prendere la nave per tornare in Spagna, quindi fece rotta per Liverpool, dove si imbarcò sul Sussex verso Dieppe (Francia). Nel canale della Manica, il Sussex fu silurato da un sottomarino tedesco e Granados, in un tentativo di salvare la moglie Amparo, che vide in acqua poco distante dalla sua scialuppa, affogò.

Astor Piazzolla – Bordel 1900, Nightclub 1960, Oblivion, Escualo
Questa è una suite Histoire du tango, costruita dal Duo, in originale per chitarra e flauto o chitarra e violino; trascrizione di Erica. Bordel 1900 tango nasce a Buenos Aires, Nightclub 1960 rappresenta una nuova evoluzione del tango; Oblìvion è molto noto: dolcissimo, struggente, in cui il ritmo serrato della danza lascia spazio ad una melodia lirica e introspettiva; Escualo è meno conosciuto, più rude, il “nuevo tango” preferito da Piazzola, meno cantabile, dal sapore leggermente rock, pensato negli anni ‘950 per il suo quintetto, difficile per qualsiasi organico; trascrizione di Cardini; “Il tango è un pensiero triste fatto danza” – parole del compositore. Il titolo non è casuale, dall’inglese “Oblio” appunto, dimenticanza, oscurità.

Commento a cura di Valerij Voskobojnikov