Mercoledì 30 agosto – ore 18.30

Villa Romana delle Grotte | Portoferraio

SIGNUM Saxophone Quartet - Haydn, Ginastera, Gershwin, Bernstein

Acquista Biglietti

Informazioni

SIGNUM Saxophone Quartet - Blaž Kemperle sax soprano | Jacopo Taddei sax alto | Alan Lužar sax tenore | Guerino Bellarosa sax baritono
J. Haydn Quartetto d'archi n. 1, Hob.III:37
A. Ginastera Tre Danze Argentine
G. Gershwin Tre Preludi
(Trascrizioni per quartetto di sassofoni del SIGNUM Saxophone Quartet)
L. Bernstein Danze Sinfoniche dal West Side Story
(Trascrizioni per quartetto di sassofoni di Sylvain Dedenon)

Stasera al Festival si esibisce uno dei gruppi più originali del panorama cameristico contemporaneo, SIGNUM – Quartetto di saxofoni. Per uno strano caso del destino, nel Novecento il sassofono è diventato il simbolo del jazz. Ma lo strumento nacque a metà Ottocento in Belgio, per poi subito affermarsi a Parigi, e con tutt’altra “destinazione d’uso”: ovvero la musica classica, quella cioè dei musicisti che non suonavano improvvisando – e spesso anche “ad orecchio” – ma seguendo precise partiture. Per arricchirle timbricamente, l’inventore belga Adolphe Sax brevettò, per l’appunto, uno strumento che concepì come ibrido fra gli ottoni (famiglia della quale fa parte per un ineludibile dato materiale) e i legni, dei quali riprende e amplifica il complesso meccanismo di fori e chiavi.
Il programma odierno del Quartetto comprende le trascrizioni, come sempre, sia della musica classica che di quella più moderna, appunto da Haydn fino a Bernstein. L’obiettivo è sempre lo stesso: dare nuova luce a ogni musica che lo meriti, a prescindere dall’anno del concepimento e dallo strumentario di riferimento.

 

J. Haydn – Quartetto d’archi n. 1, Hob.III:37
I. Allegro moderato
II. Scherzo. Allegro di molto
III. Andante
IV. Finale. Presto

Il quartetto per archi occupa una posizione fondamentale nell’opera di Franz Joseph Haydn. Il numero esatto di quartetti d’archi scritti da Haydn non è noto, a lui attualmente sono attribuite fra 81 e 97 composizioni di questo genere, dato che per alcune di esse esistono fra i musicologi dubbi di autenticità. I sei quartetti dell’opera 33 (detti quartetti Russi), sono stati composti nel 1781 e pubblicati nel 1782. Queste composizioni rappresentano il punto di svolta nella storia del quartetto e possono essere considerati i primi quartetti nella perfetta forma classica. Fu lo stesso Haydn, nella sua dedica dell’op. 33 al granduca Paolo di Russia, a presentarli con le significative parole “essi sono in forma interamente nuova, come mi è riuscito di fare dopo non averne più scritti per dieci anni”. Secondo i musicologi in queste opere Haydn scopre “accompagnamento obbligato”, cioè le voci di accompagnamento, sebbene subordinate alla voce principale, sono create usando gli stessi motivi che costituiscono i temi principali. I quartetti op. 33 si presentano nei canonici 4 movimenti, con la novità dello scherzo in sostituzione del minuetto.

 

Alberto Ginastera (1916-1983) – Danze Argentine
Danza del viejo boyero (Danza del vecchio mandriano)
Danza de la moza donosa (Danza della graziosa fanciulla)
Danza del gaucho matrero (Danza del Matrero Gaucho)

Compositore argentino, nato a Buenos Aires da padre spagnolo e madre italiana, Alberto Ginastera nei nostri giorni è sempre più eseguito, anche da solisti di fama mondiale. Secondo lo stesso Ginastera, la sua opera può essere divisa in tre periodi: il “Nazionalismo Oggettivo” (dagli inizi al 1947 circa), il “Nazionalismo Soggettivo” (fino al 1958) e il “Neo-Espressionismo”. Per quanto riguarda il Nazionalismo Oggettivo, nel primo periodo della sua carriera Ginastera faceva largo uso di elementi della musica popolare e folkloristica argentina, inseriti comunque in un contesto di musica “colta”. I modelli più importanti per Ginastera, in questo senso, furono Igor’ Fëdorovič Stravinskij, Béla Bartók e Manuel de Falla. A questo periodo appartengono composizioni quali le Danze Argentine op. 2 per pianoforte e il balletto Estancia. Ma la sua produzione dell’ultimo periodo, cioè del “Neo-Espressionismo” è molto meno nota e forse aspetta ancora di essere scoperta sul serio: ad esempio l’opera Bomarzo, composta nel 1967 su libretto di Manuel Mujica Láinez e proibita dal regime dei colonnelli. Il soggetto ci riguarda da vicino: la famiglia dei principi Orsini e il loro misterioso castello nei pressi di Viterbo con il famoso “parco dei mostri”.

 

George Gershwin (26.09.1898 – 11.07.1937) – Tre Preludi
I. Allegro ben ritmato e deciso
II. Andante con moto e poco rubato
III. Allegro ben ritmato e deciso
Trascrizioni per quartetto di saxofoni del Quartetto SIGNUM

E’ molto più noto George Jacob Gershwin, all’anagrafe Jacob Bruskin Gershowitz, compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense. Considerato l’iniziatore del musical statunitense, la cui opera spazia dalla musica colta al jazz. Proveniva da una famiglia ebraica russo-ucraina, in quanto i suoi genitori erano nati a Pietroburgo e Odessa. La sua gloria inizia nell’anno 1924 quando egli esegue la propria Rapsodia in blu per pianoforte e orchestra in presenza di Rachmaninov, Stravinskij, Kreisler, Stokowski e altri astri della musica americana. Tutti loro hanno riconosciuto il genio del giovane pianista e compositore, augurandogli una grande carriera internazionale. In seguito il modestissimo Gershwin chiese lezioni ai più famosi colleghi in Europa e in America. Ad esempio, è noto che Maurice Ravel avrebbe ribattuto alla sua richiesta di lezioni con le parole: “Perché volete diventare un Ravel di seconda mano, quando siete già un Gershwin di prim’ordine?” Allo stesso modo, la grande didatta Nadia Boulanger consigliò al giovane americano di continuare a scrivere così come sapeva fare già.
Gli unici pezzi suoi originali per pianoforte solo sono i Tre Preludi del 1926, che nella loro articolazione veloce-lento-veloce seguono un consolidato modello della tradizione, ma riprendono il linguaggio della Rhapsody in Blue. I Tre Preludi furono eseguiti per la prima volta dal compositore al Roosvelt Hotel di New York nel 1926. Gershwin aveva originariamente pianificato di comporre un ciclo di 24 preludi, di reminiscenza bachiana, che doveva essere intitolato The Melting Pot. Il numero dei brani fu ridotto a sette nel manoscritto, poi ridotto a cinque nell’esecuzione pubblica, infine ulteriormente limitato a tre nella prima edizione del 1926. Due dei preludi rimanenti non pubblicati furono arrangiati per violino e pianoforte e pubblicati come Short Story.

 

Leonard Bernstein (1918 – 1990) – Danze Sinfoniche dal West Side Story
Prologue – Somethin’s Coming – Maria – Tonight – America – Cool – Somewhere – I Feel Pretty – Mambo Trascrizioni per quartetto di saxofoni di Sylvain Dedenon

Leonard Bernstein è stato compositore, direttore d’orchestra e pianista di grande fama internazionale, direttore della New York City Symphony Orchestra, dell’Orchestra sinfonica di Tel Aviv, e dal 1958 al 1968 direttore stabile della New York Philarmonic Orchestra. Ha composto l’opera teatrale Trouble in Tahiti (1952), i balletti Fancy Free (1944) e Facsimile (1946), diversi lavori orchestrali, fra cui tre sinfonie (Jeremiah, 1944; The age of anxiety, 1949; Kaddisch, 1963), Chichester psalm (1965), Concerto for Orchestra (1989), pezzi da camera, musiche di scena, fra cui quelle per la commedia musicale West side story (1957), musiche per film. Si è affermato soprattutto come interprete di Mahler. Era molto popolare ed acclamato in Italia. Posso raccontare un aneddoto sconosciuto: una volta il Maestro Francesco Siciliani, all’epoca Presidente dell’Accademia di S. Cecilia, nominò il musicista americano Presidente onorario dell’Accademia e poi gli propose di creare una nuova orchestra nazionale in Italia e diventare il suo direttore principale. Pare che Leonard Bernstein avesse accettato a due condizioni: alloggiare negli appartamenti di Scarpia dentro Castel S. Angelo, e spostarsi esclusivamente con una Mercedes avendola fissa sotto all’ingresso. “Affare fatto!” avrebbe esclamato Siciliani. Ma poi non si fece nulla… Il musical West Side Story, una ripresa in chiave moderna di “Giulietta e Romeo” di Shakespeare, rappresenta il più importante punto di svolta nel teatro musicale americano. L’opera è ambientata nei bassifondi di New York e racconta le vicende di due bande rivali di adolescenti di diversa estrazione etnica, i Jets (bianchi, di New York) e gli Sharks (immigrati portoricani); in questo clima di odio e intolleranza, si sviluppa l’amore tra Tony, ex Jets e miglior amico di Riff, il loro capo, e Maria, la sorella di Bernardo, il leader degli Sharks. West Side Story, il terzo musical composto da Bernstein (libretto di Arthur Laurents e Stephen Sondheim, coreografie di Jerome Robbins), va in scena per la prima volta il 19 agosto 1957 al Teatro Nazionale di Washington, ottenendo uno strepitoso successo di critica e di pubblico; dopo alcune rappresentazioni a New York e a Filadelfia, il 26 settembre 1957 approda al Winter Garden Theatre di Broadway dove registra ben 732 repliche. Nel 1961 Jerome Robbins e Robert Wise ne creano un adattamento cinematografico. La colonna sonora del film viene rivisitata nel 1960 da Leonard Bernstein che ne estrae nove sezioni in “Symphonic Dances”, brano eseguito per la prima volta il 13 febbraio 1961 dalla Filarmonica di New York diretta da Lukas Foss, in un concerto di gala per la raccolta fondi per i pensionati dell’orchestra. La suite contiene alcuni dei brani più noti del musical: Somewhere, Maria, Mambo, Cha-cha, Rumba; ogni sezione confluisce senza interruzione in quella successiva.

Commento a cura di Valerij Voskobojnikov