Villa romana della Linguella

Portoferraio

Nell’area adiacente alla Torre del Martello, propaggine estrema della lingua di terra che delimita il golfo di Portoferraio, si trovano i resti della villa romana denominata “della Linguella”, che accolgono uno dei più suggestivi palcoscenici del Festival.

 

Nell’area adiacente alla Torre del Martello, propaggine estrema della lingua di terra che delimita il golfo di Portoferraio, si trovano i resti della villa romana denominata “della Linguella”. Sorta nella metà del I sec. a.C. come villa marittima dedicata all’otium, ebbe una vita più lunga rispetto alla villa delle Grotte e a quella di Capo Castello.

Ampliata fra il I sec. a.C. e il I d.C., conobbe la sua più grande estensione e il suo massimo splendore nel II sec. d.C., momento in cui si crede vi abbia soggiornato, per motivi legati allo sfruttamento delle cave di granito, Publio Aclio Attiano, prefetto del pretorio dell’imperatore Adriano.

Nel III sec. la villa inizia a subire il declino che avrebbe presto coinvolto l’intero Impero Romano: l’edificio abbandonato diverrà rifugio per i poveri, luogo dove recuperare materiale da impiegare in nuove costruzioni, fino a scomparire, martoriata dall’opera umana e atmosferica, dai ricordi della gente.

Nel 1548 la zona verrà completamente riedificata da Cosimo de’ Medici per creare una della tre fortezze fulcro della difesa medicea: la Fortezza della Linguella. A quel periodo risale il primo documento ufficiale della presenza di una villa romana nella lingua di terra che chiude il golfo di Portoferraio.

Rinvenuta grazie a scavi condotti alla fine degli anni Settanta, ma fortemente contaminata dalle costruzioni medicee, poche sono le parti evidentemente riconoscibili della villa, tutte probabilmente legate alla zona termale: il laconicum, una sala circolare in cocciopesto con quattro absidi laterali, alcuni ampliamenti dell’ambiente termale con pavimentazioni a mosaici policromi, stanze con pavimentazioni in opus sectile, muri in opus reticulatum e intonaci dipinti di rosso porpora e giallo, i colori imperiali che ci narrano di una grandiosità sepolta per secoli.

Fonte: infoelba.com