Martedì 31 agosto – ore 18.30
Villa Romana della Linguella | Portoferraio
Jonian Ilias Kadesha, Liana Gourdjia, Aki Saulière, violini | Georgy Kovalev, viola | Vashti Hunter, Raphael Bell, violoncelli
J. S. Bach | Partita per violino solo BWV 1006 |
J. M. Leclaire | Sonata op. 3 n. 5 per due violini |
B. Martinu | Duo per violino e violoncello n. 1 H157 |
L. van Beethoven | Trio per violino viola e violoncello op. 9 n. 2 |
Allegretto
Andante quasi Allegretto
Minuetto. Allegro
Rondò. Allegro
Tra le opere da camera del periodo giovanile di Beethoven un posto particolare occupano i tre Trii per archi che costituiscono l’opus 9 e risalgono al 1798. Mentre nelle composizioni precedenti per lo stesso organico, cioè nel Trio n.1 in Mi bemolle maggiore e nel n.2 in Re maggiore (la Serenata), il compositore seguì ancora le tradizioni del Divertimento, ora si rivolse decisamente altrove. Tutte e tre le composizioni hanno quattro movimenti, la loro struttura ricorda ormai quella della sinfonia e non è escluso che per il giovane compositore siano state importanti come forma di apprendimento non solo verso la composizione del quartetto d’archi ma anche verso quella della sinfonia, infatti tra la conclusione del lavoro su questi tre Trii e la composizione dalla Prima sinfonia in Do maggiore trascorse solo un anno. L’Allegretto è basato su un tema tranquillo esposto dal violino, il secondo tema è appoggiato da tutti, il terzo tema è più giocoso. Verso la fine il violoncello suona in una tessitura assai alta, tanto che Beethoven scrisse la sua parte in chiave di violino. L’Andante successivo ha un carattere giocoso grazie all’uso del pizzicato. Il Minuetto sembra essere più uno scherzo, è ammirevole la sua leggerezza. Il Rondò conclusivo è pieno di vita. Da sottolineare l’abilità di Beethoven che prima della Coda “gioca” sull’accordo della dominante per ben 25 battute!