Giovedì 26 agosto – ore 18.30
Villa Romana della Linguella | Portoferraio

Hommage à Piazzolla
100 anni dalla nascita di Astor Piazzolla

Kremerata Baltica | Gidon Kremer, violino e concertatore | Per Arne Glorvigen, bandoneon | Andrei Pushkarev, vibrafono

A. Piazzolla Tres minutos con la realidad per archi
A. Piazzolla / S. Gubaidulina / A. Pushkarev Grand Tango per violino e archi
A. Piazzolla Café 1960 per violino e bandoneon
P.A. Glorvigen Tango Funèbre per bandoneon e archi
A. Piazzolla / A. Pushkarev Little Italy 1930 per vibrafono solo
  Tre pezzi per violino, vibrafono e archi
  Fuga Y Misterio, Celos, Michelangelo ’70

 

Un concerto di inaugurazione che intreccia trame nello spazio e nel tempo capaci di appiattire le distanze geografiche fra il Mar Baltico e il Mar de la Plata e quelle che si contano con il passare degli anni: 100 dalla nascita di Astor Piazzola e 25 dalla nascita della Kremerata Baltica. 25 sono anche gli anni trascorsi dal primo omaggio musicale che il maestro Gidon Kremer dedicò a Piazzola, quale musicista ispiratore, che seppe rivoluzionare profondamente il tango argentino. 25 sono anche gli anni che compie il nostro Festival, nel corso del quale spesso sono state eseguite le musiche del grande compositore argentino e che più volte ospitò il magnifico violinista e la sua Orchestra, la Kremerata Baltica.
Tra le mura della Villa romana della Linguella, la propaggine estrema della lingua di terra che delimita il golfo di Portoferraio, con il mare sullo sfondo, questo incontro si arricchisce di novità, e diventa rapporto dialogico, basato sulla diversità di stili, di linguaggi, di punti di contatto fra la tradizione classica e quella meno canonica e popolare; incontro di vuoti e di pieni che ricordano le colgadas y volcadas del coreografico ballo suadente, fino a divenire “musica che trascende il pensiero e diventa emozione”, direbbe Jorge Luis Borges.
Gidon Kremer e la Kremerata Baltica ci condurranno in un viaggio nella musica di Piazzolla rileggendone le opere, fra composizioni proprie e quelle dei contemporanei, senza rinunciare ad alcuni degli elementi incontrovertibili del genere, come la voce del bandoneon, affidata per l’occasione a Arne Glorvigen che arricchisce l’orchestra.

Commento a cura di Valerij Voskobojnikov